POP MUSIC E DEMENZA FRONTOTEMPORALE | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La demenza è generalmente considerata una condizione caratterizzata dalla perdita: perdita di memoria, di abilità di ragionamento e di linguaggio, per esempio. Comunque, non è sempre così. Nella demenza frontotemporale frequentemente si manifestano comportamenti che deviano dal precedente insieme di normalità e standard del paziente.
L'equipe del Centro Alzheimer del Fatebenefratelli di Brescia, guidata dal Dott.Giovanni Frisoni, ha scoperto che in due pazienti affetti da demenza frontotemporale si è sviluppata una nuova passione per la musica pop, nonostante il continuo peggioramento delle loro condizioni neurologiche. Lo studio, apparso su Neurology (Neurology 2000;55:1935-36), suggerisce che alcune forme di danni cerebrali possono apportare cambiamenti positivi, almeno temporaneamente, alle funzioni cerebrali. I due pazienti esaminati hanno acquisito una nuova sensibilità nei confronti di un tipo di musica che prima non apprezzavano.
Il primo esempio è quello di un avvocato di 68 anni che ha sviluppato una progressiva apatia e indifferenza per il suo lavoro. Le sue preferenze musicali premorbose erano rivolte alla musica classica ed egli riteneva la musica pop "rumore puro". Due anni dopo la diagnosi ha cominciato ad ascoltare ad alto volume i dischi di musica pop di un famoso gruppo italiano. Nei due anni successivi, l'apatia era peggiorata, il linguaggio spontaneo era diminuito, e il paziente aveva perso contatto emotivo con la sua famiglia. Comunque, continuò ad ascoltare gli 883 per molte ore ogni giorno, cercando attivamente i dischi e usando il registratore.
Il secondo caso è quello di una donna di 73 anni che ha evidenziato apatia e perdita di interesse nei confronti dei figli e verso i lavori domestici. In passato non le era mai piaciuta la musica, tollerava solamente ascoltare musica leggera. Un anno dopo l'esordio, sviluppò un cambiamento di gusto musicale. In particolare, iniziò a condividere l'interesse della nipote di 11 anni per la musica pop. Ascoltava band e cantanti pop italiani, commentando che avevano belle voci e suonavano buona musica con ritmi piacevoli.
Spiegano i ricercatori che sebbene non si possa affermare che tale comportamento sia specifico della demenza frontotemporale, esso risulta improbabile in altri tipi di demenza come per esempio la malattia di Alzheimer. "Non abbiamo rilevato questo comportamento in nessuno dei circa 1500 nuovi pazienti con malattia di Alzheimer visti presso il nostro centro Alzheimer negli ultimi 5 anni, mentre è stato rilevato in 2 dei 46 nuovi pazienti con demenza frontotemporale visti nello stesso periodo" spiega il Dott. Frisoni.
"Una possibile ipotesi per spiegare questo comportamento è che potrebbe essere una conseguenza di un aspecifico cambiamento nell'atteggiamento verso le novità. Per le persone ultrasessantenni, la musica pop è davvero "nuova". È stato ipotizzato che la novità sia controllata dal lobo frontale destro, e che una sproporzionata prevalenza funzionale del lobo frontale destro più che sinistro potrebbe portare alla ricerca delle novità".
Una seconda ipotesi potrebbe coinvolgere un cambiamento di gusto musicale più specifico. "I lobi frontali e temporali sembrano variamente coinvolti nella percezione di tono, timbro, ritmo e familiarità" continua il Dott. Frisoni. "Sebbene la base neuronale del gusto musicale sia ampiamente inesplorata, nei nostri pazienti le lesioni a livello della corteccia frontale e temporale potrebbero aver danneggiato alcuni circuiti specifici importanti per l'integrazione e l'apprezzamento del materiale musicale".
Infine, secondo i ricercatori, il fenomeno potrebbe essere collegato alla dipendenza dallo stimolo tipica delle sindromi frontali. La musica pop è composta per attrarre il più ampio audience possibile. Le lesioni frontali dei pazienti potrebbero aver danneggiato i circuiti che inibiscono questa attrazione.
Sebbene si possa discutere se ascoltare musica pop piuttosto che musica classica sia un guadagno o una perdita, nel contesto di una malattia distruttiva come la demenza frontotemporale, aspetti legati alle preferenze e ai gusti possono essere abbastanza disturbanti o stressanti tanto da necessitare attenzione clinica e comprensione della patogenesi.
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