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I RICERCATORI: FATTORI DI RISCHIO BIOLOGICI PER LA MALATTIA CEREBROVASCOLARE SOTTOCORTICALE (Studio InChianti)
Razionale e obiettivo. In studi epidemiologici, basse prestazioni in test di cognitività globale (tipo MMSE) risultano essere dei buoni predittori di mortalità in soggetti anziani.
Utilizzando un database epidemiologico, abbiamo identificato soggetti anziani con decadimento cognitivo lieve associate a caratteristiche motorie e neuropsicologiche suggestive di danno sottocorticale per definire prevalenza di MCI non amnesico con caratteristiche sottocorticali e la sua associazione con fattori di rischio vascolare.

Materiale e metodi. I dati dello studio sono trasversali e provengono dalla prima valutazione dello studio epidemiologico longitudinale InCHIANTI, focalizzato sullo studio dei predittori di declino della mobilità nei soggetti anziani (vedi sito www.studioinchianti.it).
I soggetti considerati sono 556 anziani dai 70 ai 90 anni, con Mini Mental State Examination (MMSE) superiore a 23/30. “Bassa prestazione cognitiva” è stata definita come un punteggio al MMSE al di sotto del 50° percentile (aggiustato per età e scolarità) rispetto alla popolazione InCHIANTI. La caratteristiche sottocorticali sono state definite presenti quando erano presenti almeno 2 su 3 dei seguenti segni: ipertono plastico all’esame neurologico, (parkinsonismo), disturbo della marcia (marcia a piccoli passi e/o a base larga), e sindrome disesecutiva (punteggio di 3/5 o inferiore nell’item di attenzione del MMSE). Dei 556 partecipanti, 243 presentavano performance cognitive alta (HCP), 166 bassa prestazione cognitive senza caratteristiche sottocorticali (LCP senza SF), e 75 soggetti bassa performance cognitiva con caratteristiche sottocorticali (LCP con SF). Come fattori di rischio vascolare, sono stati considerati: ipertensione arteriosa, fibrillazione atriale o turbe della ripolarizzazione ventricolare all’ECG, basso HDL colesterolo o alto LDL colesterolo, diabete mellito, obesità, fumo di sigaretta.

Risultati. Il 13% dei soggetti non dementi di età compresa fra 70 e 90 anni (31% dei soggetti con bassa performance cognitiva) mostrano caratteristiche sottocorticali associate a una bassa performance cognitiva. La proporzione di partecipanti che presentano 3 o più fattori di rischio vascolare è significativamente più alta (29%, 19% e 15% nei gruppi LCP con caratteristiche sottocorticali, HCP e LCP senza caratteristiche sottocorticali), e quella dei soggetti senza fattori di rischio vascolare più bassa (5%, 19% e 21%) nel gruppo LCP con caratteristiche sottocorticali (p=0.001).

Conclusione. L’osservazione principale dello studio è quella di una forte associazione tra bassa performance cognitive con caratteristiche sottocorticali e carico di fattori di rischio vascolare, che porta a ipotizzare una eziologia vascolare del quadro. I soggetti con bassa performance cognitive e caratteristiche sottocorticali sarebbero quindi a rischio di maggiore comorbilità e mortalità e potrebbero rappresentare un target per interventi di prevenzione della demenza a livello della popolazione generale.
Il filone di studio potrebbe proseguire in tre direzioni:
1- La descrizione dei gruppi di soggetti dal punto di vista di variabili biologiche che in letteratura vengono spesso considerate associate al danno cerebrale legato al decadimento cognitivo lieve (es. marker di infiammazione).
2- La validazione dei criteri utilizzati nella popolazione generale per distinguere MCI presumibilmente di tipo vascolare sottocorticale da MCI verosimilmente degenerativi. Per questo, dovrebbero essere testate in un setting clinico su soggetti affetti da MCI che si sottopongono a una valutazione del disturbo cognitivo ed effettuano almeno un esame di neuroimaging.
3- La valutazione dell'outcome (mortalità e morbilità, conversione a demenza, istituzionalizzazione) a 3 anni, non appena disponibili i dati longitudinali riferiti alla popolazione InCHIANTI. In accordo con i dati della letteratura, ci si potrebbe attendere un tasso di conversione a demenza simile nei due gruppi di soggetti con bassa performance cognitiva, almeno 4-5 volte superiore rispetto a quello della del gruppo con alta prestazione cognitiva, ma una maggiore mortalità e morbilità nei soggetti del gruppo LCP con caratteristiche sottocorticali rispetto agli altri due gruppi.